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C’è chi li confonde. Chi pensa che siano varianti dello stesso oggetto. Ma tra un podcast e un Radiocorto passa la stessa distanza che c’è tra una conversazione e un’opera teatrale. Entrambi si ascoltano. Ma solo uno è stato scritto per lasciare il segno. 

Il podcast nasce per raccontare, informare, chiacchierare. Può essere un’intervista, un monologo, un reportage. La forma è libera. La voce guida, ma non sempre recita. Non c’è un copione rigido. C’è l’urgenza di dire, a volte di spiegare, spesso di intrattenere. 

Il Radiocorto nasce in un altro modo. E per un altro scopo. È una storia costruita, scritta scena per scena, battuta per battuta. Ogni parola è scelta per suonare bene. Ogni pausa ha un senso narrativo. Non si improvvisa. Si interpreta. Non si registra. Si dirige. 

L’autore scrive per le orecchie 

Nel podcast l’autore può parlare a braccio. Può divagare. Può anche sbagliare, e correggersi in corsa. Il pubblico accetta tutto questo, fa parte del formato. 

Nel Radiocorto, no. La scrittura viene prima. L’autore sa che il testo non sarà letto con gli occhi, ma ascoltato al buio, magari in cuffia, con attenzione alta. Non può permettersi frasi vuote, ripetizioni, spiegazioni superflue. Ogni riga deve funzionare all’ascolto. E questo cambia tutto. 

L’attore non spiega. Vive. 

Un podcast può essere condotto da chiunque abbia una buona dizione. Ma un Radiocorto richiede un attore. Serve qualcuno che sappia dare peso al sottotesto, spessore alla voce, verità alla battuta. Serve una voce capace di creare un mondo, non solo di accompagnare. 

Nel Radiocorto la voce non commenta, non accompagna. Recita. Con intensità, con ritmo, con misura. Chi ascolta non deve capire come sta il personaggio. Deve sentirlo. 

La regia invisibile 

Anche nel podcast c’è una forma di regia, ma spesso resta minima. Tagli, musiche, qualche effetto sonoro. Il Radiocorto invece vive di ritmo. Ogni pausa è calibrata. Ogni taglio serve a rafforzare la tensione. Il suono non è un’aggiunta. È parte del racconto. 

Il montaggio di un Radiocorto ha la stessa precisione del montaggio cinematografico. Ma senza immagini. Tutto passa dalla voce. E dalla fiducia in chi ascolta. 

Formati diversi, linguaggi diversi 

Il podcast è uno spazio aperto. Può durare ore o pochi minuti. Può cambiare tono, struttura, contenuti. Il Radiocorto è una forma chiusa. Ha un inizio, uno sviluppo, una fine. Come un racconto. Come un cortometraggio. Nasce per stare in piedi da solo, e per restare nella memoria. 

Non si escludono. Non si fanno concorrenza. Ma non sono la stessa cosa. Il podcast è parola che guida. Il Radiocorto è voce che crea. Il primo ti informa, ti accompagna. Il secondo ti coinvolge. Ti porta dentro. 

RadioCorti

Autore RadioCorti

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